Diverse le app per convertire video musicali in MP3. Ma utilizzarle è lecito?
Sempre più spesso, negli ultimi tempi, l’ascolto della musica passa tramite un famosissimo sito: YouTube.
Alcuni utenti, però, non si accontentano e desiderano avere a disposizioni le proprie canzoni preferite anche indipendentemente dalla connessione a tale sito. Con la conseguenza che nel web stanno proliferando app, software e sistemi che permettono di estrapolare file mp3 o mp4 da YouTube. Una di queste è youtube-mp3.org che converte qualsiasi video musicale in un mp3 ma c’è anche convert2mp3.net che integra anche la funzione “cerca e converti”.
La domanda che sorge spontanea dinanzi a tale situazione è quindi: scaricare video da YouTube è legale?
Partiamo innanzitutto dalle condizioni contrattuali di YouTube, che ogni utente accetta (più o meno consapevolmente) quando decide di avvalersi dei servizi offerti dal sito internet. La risposta è chiara: scaricare i contenuti non è consentito. Almeno contrattualmente.
L’articolo 5 dei termini di servizio, infatti, afferma senza lasciare spazio ad alcun dubbio che ai contenuti presenti sul sito si può accedere solo per un uso personale e per streaming, laddove per streaming si intende “una trasmissione digitale in contemporanea del materiale da parte di YouTube tramite Internet verso uno strumento abilitato all’accesso ad Internet operato da un utente”.
Se ancora non fosse chiaro, le condizioni contrattuali proseguono precisando che quindi i dati offerti dal sito sono disponibili solo per una visione in tempo reale e mai per il download, neanche temporaneo.
Essi, poi, non possono essere copiati, riprodotti, distribuiti, trasmessi, diffusi, visualizzati, venduti, concessi in licenza o comunque sfruttati per nessuna finalità diversa da quella indicata nei termini, se non previo consenso scritto da parte di YouTube o di coloro che hanno concesso la licenza per la diffusione dei contenuti in esso presenti.
Se qualcuno se lo sta chiedendo, tuttavia, non rispettare tali condizioni non costituisce reato, ma si tratta semmai “solo” di un inadempimento contrattuale derivante dalla violazione dei termini di utilizzo accettati con l’accesso a YouTube.
In Italia, infatti, la violazione del diritto d’autore penalmente rilevante è posta in essere soltanto nel caso in cui si diffonda o si condivida un contenuto protetto senza averne le opportune autorizzazioni.
In simili ipotesi, il rischio è quello si essere condannati alla reclusione da uno a quattro anni e al pagamento di una multa da 2.582 a 15.493 euro se c’è lo scopo di lucro o al pagamento di una multa da 51 a 2.056 euro se non c’è lo scopo di lucro. A tal proposito si precisa che il fine di conseguire un vantaggio economico non può essere ravvisato nel semplice risparmio di spesa che permette l’utilizzo di contenuti non autorizzati.
Se, invece, il download è fatto a scopo solo personale e non c’è diffusione né c’è condivisione di un contenuto protetto, non può parlarsi di vera e propria pirateria e la fedina penale non rischia di sporcarsi.
Del resto, come chiarito anche dalla Cassazione (ad esempio con la sentenza numero 149/2007), l’articolo 174 ter della legge sul diritto d’autore numero 633/1941 non attribuisce alcuna rilevanza penale alla duplicazione, alla riproduzione, all’acquisto o al noleggio di supporti non conformi alle prescrizioni della legge stessa quando i fini sono meramente personali.